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Il Kima 2014

Grande Italia al Kima, il bronzo và a

Emanuela Brizio e Franco Sancassani.

Strepitoso come sempre Kilian Jornet.

Vittoria in rosa per Kasie Enman.

Errore di percorso per Emelie Forsberg.

Complimenti a tutti i classificati!

Il trofeo kima della Val Masino è la ultra skymarathon Italiana per “eccellenza”, e la federazione internazionale di skyrunning ( ISF ) riconosce meritatamente alla gara sul sentiero Roma una prova mondiale. E fuori dubbio che chi si iscrive al trofeo Kima desidera mettere alla prova la sua resistenza fisica e mentale su un tracciato “VERO” di skyrunning; su una distanza micidiale, 52 km con salite e discese in alta quota “da paura”, questa alta via sondriese fà lievitare il dislivello complessivo a 8400 metri, ha un gpm il passo di Cameraccio a 2950 metri sul livello del mare e cancelli orari rigidissimi, da top running. Perché “VERO” skyrunning? Semplice! Diventa vero skyrunning quando nel percorso di gara ci sono passaggi attrezzati con gradini esposti, corde fisse, catene e discese su lastroni di granito che se l’atleta sbadatamente molla un attimo la presa o la concentrazione si ritrova in fondo ad un burrone o incastrato in qualche anfratto in mezzo alle rocce. Definire più precisamente lo skyrunning, con l’ausilio della prova del trofeo Kima, significa scrivere che i corridori del cielo devono superare di corsa passaggi alpinistici e con tempistiche da record. La tecnicità della corsa del Kima quindi esalta la specialità dello skyrunning e di conseguenza premia chi la organizza perché le persone che desiderano fare la differenza in forma positiva ci devono mettere senz’altro del loro con impegno e grande senso di responsabilità, certo per una corsa cosi difficoltosa bisogna anche ringraziare l’apporto fornito dai volontari, dal soccorso alpino e dai nuclei delle forze dell’ordine e conseguentemente senza questo indispensabile supporto umano, il trofeo Kima non avrebbe modo di esistere. Chi scrive ha la fortuna di assistere a Filorera agli arrivi dei corridori del cielo e vi posso assicurare che vedere i pianti, gli occhi lucidi o i sorrisi a 360 gradi di chi porta a compimento la propria fantastica avventura del cielo è una situazione umana molto forte e indimenticabile, ti prende cuore e anima, e lo skyrunning è anche questo! E’ una specialità sportiva, si estrema, ma che ti fa diventare grande e ti aiuta nella vita a superare ostacoli molto alti, infine su questo argomento vorrei precisare che le emozioni del Kima colpiscono giovani e meno giovani e soprattutto un sempre maggiore numero di corridori infatti quest’anno c’è stato il record di partecipanti quota 211. Quest’anno il Kima è stato disputato con un meteo accettabile ma in quota erano presenti nuvole basse, queste, insieme alla tracciatura del percorso, sempre molto difficile da posizionare per la natura selvaggia dell’ambiente, anno reso il percorso molto difficile da seguire, quindi un po’ i cancelli orari e in alcune situazioni errori di percorso, hanno falcidiato la classifica finale; le donne classificate sono state 11 con l’esclusione di nove concorrenti mentre per i maschi i classificati sono stati 143 con l’esclusione di 48 corridori. La corsa del Kima al maschile è stata un’assolo del fenomeno Catalano Kilian Jornet Burgada che con il passare delle ore ha sempre costantemente guadagnato minuti sugli inseguitori, nella fase iniziale della gara ad impensierire Burgada sono stati l’italiano Golinelli Nicola e lo Spagnolo Merillas Manuel ma poi Golinelli ha dovuto abbandonare la gara e fortunatamente si è fatto avanti a sostituirlo un’altro azzurro Franco Sancassani. Nella Kima rosa la svedese Emelie Forsberg è partita alla Burgada distanziando progressivamente l’americana Kasie Enman e l’aquila della Valetudo rosa Brizio Emanuela, Brizio deve avere una capacità di sofferenza incredibile perché edizione dopo edizione, l’aquila iridata di Aurano, è sempre li a lottare per il podio, signori giu il cappello a questa atleta che ha fatto la storia moderna dello skyrunning Italiano, non me ne vogliano i maschietti o le femminucce, bravi senza’altro anche loro, ma classifiche alla mano la Manu è lo skyrunning Italiano! Passato, presente e spero che il buon Dio gli fornisca ancora tanta salute per correre ancora un po’ di edizioni del Kima e le gare che vorrà correre. Dopo 6h12’20” Kilian si è presentato primo sul finisch, soddisfatto di aver disputato una grande gara e come sempre ha gentilmente ringraziato gli spettatori presenti alla partenza sul percorso e all’arrivo, ringraziamenti allargati agli organizzatori e al personale di soccorso e senza tanti giri di parole ha dato appuntamento al Kima 2016, poi a Kilian che il time di gara sia record o no non gli ne frega un tubo perché lui mentre corre in alta quota si diverte e questo gli basta e avanza; per la cronaca questo Kima 2014 è stato riallungato dalle edizioni precedenti per dei problemi franosi, e poi tecnicamente tracciare una gara con l’asprezza del terreno come il sentiero Roma e renderla sempre uguale nel corso degli anni è impossibile, anche perché non ci scordiamo che la natura è viva. Secondo all’arrivo il giovane Spagnolo Merillas Manuel in 6h28’33”, Manuel ha tagliato il traguardo in preda ai crampi dichiarando che era dalla terza ora di gara che soffriva per questo problema, veramente complimenti allora a questo Merillas! Terzo e primo degli Italiani Franco Sancassani autore di una spettacolare ultra time 6h38’14” 4° l’Inglese Tom Owens, 5° un’altro iberico Bovè Pere Aurell; per la Valetudo skyrunning Italia 13° il campione Italiano ultra skymarathon 2013 Belinghieri Clemente seguono 52° l’uomo ragno il valsesiano Tarantola Salvatore, 64° la roccia Gritti Luigi, 73° il sempre presente Grossi Paolo e 80° il vice presidente dal cuore un po’ pazzerello Boffetti Luca, Luca per lo sforzo è finito in ospedale per alcuni accertamenti diagnostici, a Luca un’immenso augurio di una pronta guarigione. Nel Kima rosa la prima a sorridere è stata l’americana Kasie Enman 7h53’42”, seconda in preda ad una crisi di pianto, per l’errore di percorso, la Forsberg Emelie time 8h22’13, comunque la Emelie ha dato prova di grande sportività e coraggio e nonostante le lacrime non si è mai persa d’animo ed ha sempre comunque inseguito il sogno di conquistare anche il Kima 2014, è campionessa mondiale sulle lunghe distanze non per caso!. E terza la granitica aquila Valetudo rosa Emanuela Brizio in 8’30’52”, sempre affaticata al traguardo, ma sempre raggiante il suo sorriso; e domenica prossima le montagne Bergamasche della Maga aspettano la sua grinta e determinazione per un’altra skymarathon da mettere a segno.

Comunque il Kima è il Kima è chi taglia il traguardo nei tempi prestabiliti è come se riceva il diploma di top skyrunner e per chi invece ha inseguito il sogno e non è riuscito a portarlo a compimento vanno comunque dei sinceri complimenti per averci provato.

GiorgioV